Ben pochi sono indifferenti alla calvizie, per il semplice motivo che l’aspetto estetico viene penalizzato in modo grave e indiscutibile.

Perdendo i capelli non solo c’è il rischio di vedere compromessa la propria autostima e la sicurezza di sé, ma si inizia anche ad avere difficoltà nei rapporti con gli altri, a causa di un sentimento di inadeguatezza che condiziona il proprio agire.

Perciò a nulla servono le parole di amici o parenti che cercano di tirar su il morale minimizzando il problema o affermando che sono moltissime le persone che ne soffrono e quindi bisognerebbe accettare di perdere i capelli senza pensarci troppo.

Nemmeno la tattica del “mal comune mezzo gaudio” ha presa su chi si vede amputato di una parte così importante di sé, che stava lì sulla testa dalla nascita.

Chi non perde i capelli non può capire cosa si prova.

Cresciamo con un’immagine di noi stessi ben definita, certo, col passare del tempo si invecchia, la pelle perde candore e vitalità, la prestanza atletica si riduce, ma tutto avviene lentamente e naturalmente. Perdere i capelli invece va oltre tutto questo, raramente avviene in modo lento e impercettibile, il più delle volte la caduta è precoce e accelerata, la stempiatura avanza a vista d’occhio e il diradamento femminile si manifesta in modo eclatante e crudele.

Purtroppo non è raro fra coloro che patiscono la perdita dei capelli soffrire di depressione e sentirsi con il morale sotto i piedi. Spesso, quando a perdere i capelli precocemente sono ragazzi giovani, ma anche ragazze o donne di mezza età, si presentano veri e propri stati depressivi, forme di abbattimento psicologico, ansia e terrore di non trovare una soluzione.

Di fronte a questo malessere, naturale e giustificato, un bravo tricologo deve necessariamente essere anche un po’ psicologo, saper capire, ascoltare e immedesimarsi nel disagio o nella disperazione vissuta da chi patisce la caduta dei capelli. Lo specialista dei capelli non deve mai sottovalutare la rilevanza estetica e psicologica che la capigliatura (o chioma) ha per l’individuo e la sua sicurezza interiore. D’altronde lo stretto legame fra estetica e affermazione sociale, bellezza e successo, è sempre più evidente in una società fondata sul culto dell’immagine.

Dunque il punto non è “saper perdere i capelli”, ma saper mettersi nei panni di chi perde i capelli.

A quel punto le possibilità di invertire, arrestare o, almeno, contenere il problema, cominciano a crescere.