Fin dall’antichità l’uomo ha cercato di trovare delle soluzioni efficaci alla calvizie.
Una folta chioma, infatti, ha sempre rappresentato forza e virilità.
Già gli antichi egizi, più di 4.000 anni fa, avevano immaginato vi fosse una connessione tra le attività dei vasi sanguigni e la perdita dei capelli.
Ippocrate, circa 2.000 anni dopo, aveva intuito il ruolo degli ormoni androgeni nello scatenarsi della calvizie.
La chirurgia di trapianto di capelli inizia a fare i suoi primi passi nell’1800 quando, Dieffenbach, ipotizzava la possibilità di trapiantare peli, cute e piume sugli uccelli.
Nel 1939, poi, il giapponese Okuda descriveva l’innesto di sopracciglia, baffi e pube.
È stato Orentreich il primo a mettere in pratica queste intuizioni.
Proprio per questo motivo è considerato il padre della chirurgia della calvizie.
A partire da quel momento, il trapianto di capelli vive un costante sviluppo che proseguirà anche in futuro.
Attualmente gli approcci sono innovativi, sofisticati e complessi.
Se il trapianto è eseguito da mani esperte, è possibile ottenere risultati d’eccellenza.