I follicoli nelle zone affette da calvizie, possono essere ancora attivi, anche se non riescono a produrre un capello sano e spesso.

Le principali imputate sono le cellule staminali di alcune aree del cuoio capelluto, che ad un certo punto della loro vita, smettono di produrre capelli normali, robusti e sani.

Numerosi ricercatori hanno stabilito e confermato che il numero di cellule staminali nel cuoio capelluto calvo è lo stesso che nel cuoio capelluto sano.

L’unica differenza è che le cellule staminali del cuoio capelluto calvo non risultano essere abbastanza mature.

La stimolazione di queste cellule staminali può in molti casi favorire la massima rigenerazione del follicolo e promuovere la ricrescita di un capello sano.

Quindi il diradamento non sempre indica la morte del bulbo, un follicolo è completamente morto solo dopo molto tempo dall’inizio della calvizie.

Un follicolo non è completamente atrofizzato fintanto che continua a generare un capello, sia esso sano o quasi completamente invisibile.

Un esempio è il capello “vellus”, un capello molto piccolo e quasi trasparente lungo pochi centimetri o millimetri simile al capello del neonato.

In molti casi il follicolo anche se non ha più la forza nemmeno di produrre un “vellus”, può rimanere attivo ancora per anni.

Questo follicolo non atrofico se ricettivo alla stimolazione può generare un capello sano, spesso e pigmentato.