È evidente che da un punto di vista culturale e sociale i capelli continuano ad avere un ruolo centrale nella percezione che la maggior parte delle persone ha di sé.
La calvizie è legata ad agenti infettivi e può essere di vari tipi: l’alopecia androgenica, anche chiamata “calvizie di tipo genetico ereditario” e quella telogenica che può essere considerata un riflesso dell’organismo ad uno o più agenti particolarmente stressanti.
Il termine alopecia deriva dal greco alopex, che significa volpe. Con questo termine si intendeva sottolineare la similitudine a questo animale che notoriamente perde il pelo due volte all’anno.
La calvizie androgenica si manifesta in maniera leggermente diversa tra i maschi e le femmine: negli uomini colpisce soprattutto le tempie, mentre nelle donne principalmente la nuca.
E’ risaputo che alcune diete, il fumo, le malattie, l’assunzione di specifici farmaci e anche un eccessivo esercizio fisico portino alla calvizie in quanto aumentano il livello di testosterone.
Inoltre lo stress emotivo accelera la calvizie in individui geneticamente suscettibili, liberando sostanze che scatenano un processo infiammatorio capace di bloccare la crescita del capello.
Non a caso una ricerca scientifica ha messo in luce quanto la chioma abbia un’importanza fondamentale nella percezione di sé stessi e negli altri. Inoltre, le conseguenze psicologiche legate alla caduta dei capelli non sono affatto da sottovalutare. Sentirsi meno attraenti può avere ritorsioni nelle ambizioni, nella sicurezza in sé stessi così come nel successo nella vita.
Si può affermare dunque che il trapianto di capelli può essere considerato una soluzione per tutte quelle persone che soffrono di calvizie, risolvendo definitivamente un disagio che potrebbe riversarsi inevitabilmente a livello psicologico e sociale, deteriorando la qualità della vita del soggetto. Con un’intervento di questa tipologia sarà possibile riottenere la serenità persa, potendo di nuovo condurre una vita tranquilla e serena.