La caduta dei capelli è molto diffusa sia nella popolazione maschile quanto in quella femminile di tutto il mondo.

Colpisce, infatti, più dell’80% degli uomini e circa il 40% delle donne e può avere cause e origini diverse.

Classificare tutte le forme di caduta di capelli, di calvizie e di alopecia è sempre molto complesso e riduttivo.

Il mondo della tricologia è tutt’ora oggetto di studio da parte di esperti nazionali e internazionali e sono ancora molti gli aspetti da chiarire.

Analizziamo alcune condizioni e patologie:

-Con il termine defluvio, da latino defluvium, indichiamo una caduta di capelli anomala per qualità più che per quantità. Questa perdita di capelli può portare a calvizie (mancanza irreversibile dei capelli) o ipotrichia (carenza di peli o capelli) a causa della perdita di follicoli piliferi;

-Con il termine effluvio, o effluvium, facciamo invece riferimento ai casi in cui la caduta si manifesta in percentuali molto elevate e in maniera omogenea e sincrona su tutto il cuoio capelluto. La prognosi, in questi casi, non è negativa;

-Con alopecia intendiamo la carenza o la totale assenza di peli o capelli. In questa categoria rientrano la calvizie e l’ipotrichia. Le alopecia possono essere temporanee, cioè transitorie e reversibili, quando si ha un’inibizione solo momentanea della papilla del pelo, o definitive, quando il follicolo scompare del tutto.

Per comprendere appieno i processi che regolano la nascita, la crescita e la caduta dei capelli, è opportuno fare riferimento al ciclo di vita del capello.